Un altro mito che va sfatato è che il telemark sia una tecnica “old school”. Questa affermazione deriva principalmente dalla pigrizia dei commentatori che descrivono il fenomeno senza conoscerne la vera essenza e senza indagare le origini del suo ritorno, oggi. Indubbiamente il telemark ha origini antiche e questo resta un valore di cui andare giustamente orgogliosi ma un telemarker di oggi assomiglia a quello dei primordi non più di quanto un amante della corsa in montagna può somigliare ad un compassato alpinista di fine ottocento con pantaloni alla zuava e monocolo!
Dovendo inquadrare un qualcosa di “insolito” la tentazione è di ricorrere a qualche categoria nota e quella più a portata di mano è il nostalgico, che fa tanto “folclore montanaro”. La realtà invece è che è nata una stella (alpina), un fenomeno che prima non c’era!Il telemark in italia, ha poco più di 40 anni di storia alle spalle; quando noi 20 anni fa abbiamo iniziato a praticarlo non eravamo già più dei pionieri, ma abbiamo avuto la fortuna di avere come maestri e compagni di sciate quelli che veri pionieri lo sono stati. I primi a portare il telemark sulle nostre alpi non erano “rigidi tutori dell’ordine costituito”, anzi!
Erano freestyler e interpreti dello sci più all’avanguardia per quei tempi! Viaggiando per il mondo hanno scoperto che negli USA accanto al nascente movimento dello snowboard si stava diffondendo un modo nuovo di andare in montagna. I primi sci da telemark portati dagli USA rappresentarono non un omaggio alla tradizione ma la possibilità di portare una novità, un ulteriore passo avanti.
In anni più recenti, prima che scoppiasse la “moda” del freeride e dello sci alpinismo che conosciamo oggi, sono stati i telemarker uno dei pochi elementi di novità nel mondo del backcountry. La nostra attrezzatura “polivalente” ci ha sempre offerto una maggiore libertà, i primi sci che oggi definiamo da freeride li ho visti anni fa ai piedi un telemarker molto cool, quando tutti andavo ancora in giro con degli sciettini da meno di 60mm.